Giampiero Carocci, Storia degli ebrei in Italia, Newton & Compton, 2005. p. 170, € 6
 
La storia degli ebrei italiani dall'emancipazione a oggi attraversa cinque periodi, ciascuno caratterizzato da peculiarità diverse. Durante il primo periodo, quello dell'Italia liberale fino al 1922, gli ebrei, che hanno conseguito la piena parità dei diritti civili e politici dopo secoli di oppressione, conducono una vita serena. Anche nel secondo periodo, quello del regime fascista prima delle leggi razziali del 1938, la vita è serena; tuttavia gli spiriti più avvertiti sentono la minaccia costituita dal nazionalismo crescente e dall'ombra cupa della Germania nazista. Il terzo e il quarto periodo sono dominati dal dramma delle leggi razziali fasciste e poi dalla tragedia dello sterminio fisico messo in atto dai tedeschi che occupano il paese e dai fascisti collaborazionisti. Infine nel quinto periodo, che inizia nel 1945, è ripristinata la parità dei diritti e si instaura il particolare legame che ogni ebreo, dopo la tragedia dell'olocausto, avverte con lo Stato di Israele.
C'è tuttavia una sorta di filo rosso che accompagna gli ebrei nel corso dei centocinquanta anni presi in esame, una duplicità esistenziale fra la plurimillenaria identità ebraica e le novità prodotte dall'assimilazione, fra il sentirsi italiani e il legame con Israele.