Philip Hallie, Il tuo fratello ebreo deve vivere, Claudiana, 1983, p. 302, € 14,46
 
Questo libro è il risultato di un incontro fortuito tra un ebreo americano, professore di etica in una Università metodista degli U.S.A., e una parrocchia riformata francese delle Cevenne - Le Chambonsur-Lignon - uno dei centri storici della resistenza ugonotta nella Francia protestante.
Senza questo incontro ben pochi oggi saprebbero qualcosa della straordinaria attività di un povero villaggio di 3.000 anime negli anni durissimi dell'occupazione nazista, quando un'ondata di follia omicida sembrava abbattersi sull'Europa. È la vicenda - raccontata ora per la prima volta - di un intero paese che si mobilita, incurante di ogni rischio, per ospitare, nascondere e sfamare migliaia di profughi ebrei - ragazzi e adulti - ricercati dai nazisti, e per farli espatriare quando possibile in Svizzera attraverso la frontiera. Anima e ispiratore di quest'opera fu un apostolo della nonviolenza - profeta inascoltato ai suoi tempi - il pastore André Trocmé del Movimento della Riconciliazione, con l'appoggio della moglie italiana, e di molti collaboratori .
Come è stato possibile compiere un lavoro di soccorso così imponente in silenzio, quasi sotto gli occhi della polizia di Vichy e della Gestapo? Perché proprio a Chambon e a quale costo per gli abitanti del villaggio? Il libro espone situazioni, scelte etiche, fatti, insomma, senza abbellimenti letterari, ma con l'inconfondibile sapore della verità, lasciandosi interpellare semplicemente da quanto è accaduto; sono fatti che pongono quesiti precisi alla nostra coscienza etica attuale.
Il coraggio della fede ha trasformato un povero villaggio di montagna in una «città-rifugio», come quelle di cui parla l'Antico Testamento: «Metti da parte tre città ... , chi si rifugerà in una di esse avrà salva la vita ... , affinché non si sparga sangue innocente in mezzo al paese che l'Eterno, il tuo Dio, ti dà in eredità e tu non ti renda colpevole di omicidio» (Deuteronomio 19,5.10).

«Questo è uno dei rarissimi libri che possono trasformare il modo in cui abbiamo impostato la nostra vita».
(Terrence Des Pres, in «Harper's», N. York)

«Dopo Olocausto questo sarà sicuramente un altro best-seller, tanta è l'umanità, tanta è la ricchezza ideale di questo racconto che ha il sapore della verità ad ogni pagina».
(Paulus Gordan, benedettino, Beuron, Salisburgo, 1980)