Notizie su Israele 81 - 3 aprile 2002


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In quel giorno dirai: «Io ti lodo, SIGNORE! Infatti, dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato. Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il SIGNORE, il SIGNORE è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza». Voi attingerete con gioia l'acqua dalle fonti della salvezza, e in quel giorno direte: «Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome, fate conoscere le sue opere tra i popoli, proclamate che il suo nome è eccelso! Salmeggiate al SIGNORE, perché ha fatto cose grandiose; siano esse note a tutta la terra! Abitante di Sion, grida, esulta, poiché il Santo d'Israele è grande in mezzo a te».

(Isaia 11:1-6)


A CIASCUNO QUELLO CHE SI MERITA?


Facciamo un'ipotesi. Immaginiamo che la comunità islamica di Firenze chieda al comune di erigere una moschea sul suo territorio e che per qualche motivo la giunta decida di non concedere l'autorizzazione. E immaginiamo che un giovane musulmano appartenente a un gruppo islamico estremista si senta spinto, nella sua "disperazione", a farsi saltare in aria in piazza della Signoria, e che nella sua morte porti con sé una ventina di persone, compresi ragazzi e bambini, e un altro centinaio restino feriti o gravemente mutilati per sempre. E supponiamo che cose simili si ripetano per settimane e mesi. Come reagirebbe l'opinione pubblica italiana? Manterrebbe la stessa composta comprensione che sta mostrando verso i "poveri palestinesi"? Ma, qualcuno obietterà, questo a noi non può accadere, perché noi non occupiamo la loro terra, come fanno gli Ebrei. Ne siamo sicuri? Siamo sicuri che per i gruppi estremisti islamici chiunque si opponga all'inevitabile avanzata della "nazione islamica" non diventi prima o poi un nemico da abbattere? E' un fatto di "cultura", e nella cultura dei musulmani l'islamismo non è intima religiosità, ma opera di civilizzazione,  da ricercare e ottenere, con le buone o con le cattive. "Arafat è un nemico del mondo libero", ha detto Sharon. Il "mondo libero" però non gli dà retta e come risposta brucia le sinagoghe. Ma Sharon è un Ebreo e, si sa, ha detto qualcuno: "Gli Ebrei, tutti i guai che hanno avuto, se li sono sempre meritati!"
Marcello Cicchese


UN NUOVO MODO DI FARE LA GUERRA


Menzogne suicide

di Thomas L. Friedman

    Il risultato della guerra attualmente in corso fra israeliani e  palestinesi e' di vitale importanza per la sicurezza di ogni cittadino  e, credo, della stessa civilta'. Perche'? Semplice: perche' i  palestinesi, facendo largo uso di attentatori suicidi imbottiti di  dinamite mescolati agli israeliani allo scopo di raggiungere i loro  obiettivi politici, stanno testando un nuovo modo di fare la guerra. E  sta funzionando.
    Gli israeliani sono atterriti. E i palestinesi, benche' questa strategia  stia portando alla rovina la loro stessa societa', percepiscono un senso  di potenza. Sentono che hanno finalmente a disposizione un'arma che puo'  riequilibrare i rapporti di forza con Israele e magari, nelle loro  fantasie, portare alla sconfitta di Israele. Come ha detto al Washington  Post Ismail Haniya, un leader di Hamas, oggi i palestinesi sono in  vantaggio sugli israeliani perche' hanno trovato il loro punto debole.  "Gli ebrei - ha spiegato il dirigente fondamentalista - amano la vita  piu' di ogni altro popolo e preferiscono non morire". Ecco perche' i  terroristi suicidi palestinesi sono l'ideale per affrontarli.  Decisamente disgustoso.
    Il mondo deve capire che i palestinesi non hanno optato per la tattica  degli attentati suicidi a causa della "disperazione" che sarebbe  provocata dall'occupazione. Questa e' anzi una grossa menzogna. In primo  luogo, un sacco di altri popoli nel mondo sono in condizioni ben piu'  disperate eppure non vanno in giro imbottiti di esplosivo a farsi  saltare per aria. E poi il presidente Clinton aveva offerto ai  palestinesi un piano di pace che avrebbe posto definitivamente termine  alla "disperante" occupazione, ma Yasser Arafat gli ha sbattuto la  porta. E poi ancora, i palestinesi hanno sempre avuto la possibilita' di  ricorrere a una tattica alternativa al suicidio: la resistenza non  violenta alla Gandhi. Un movimento palestinese non violento che facesse  appello alla coscienza della maggioranza silenziosa degli israeliani  avrebbe ottenuto uno stato indipendente almeno trent'anni fa. Ma anche  questa e' una strategia che hanno sempre rifiutato.
    Il motivo per cui i palestinesi non hanno accettato queste alternative  e' che in realta' essi vogliono conquistarsi l'indipendenza con il fuoco  e con il sangue. L'unica cosa su cui si trovano d'accordo fra di loro e'  cosa vogliono distruggere, non cosa vogliono costruire. Si e' mai  sentito Arafat parlare del sistema educativo o dell'economia che  vorrebbe, o del tipo di diritto e di costituzione che immagina per lo  stato palestinese? No, mai. Perche' non gli importa nulla del contenuto  di uno stato palestinese, gli importa solo il suo perimetro.
    Diciamolo chiaramente: i palestinesi hanno adottato gli attentati  suicidi non per disperazione, ma come una scelta strategica. Cio'  costituisce una minaccia per tutto il mondo civile perche' se si  permette che la tattica degli attacchi suicidi funzioni contro Israele,  allora verra' imitata - come il dirottamento e l'esplosione di aerei di  linea - e alla fine arriveremo all'attentatore suicida con un ordigno  nucleare legato al proprio corpo in grado di minacciare intere nazioni.  Ecco perche' e' nell'interesse di tutto il mondo vedere sconfitta questa  strategia suicida palestinese.
    Ma come? Solo il rigetto da parte della sua stessa comunita' puo'  sconfiggere questo genere di terrorismo. Nessun esercito al mondo puo'  fermare un piccolo gruppo di persone disposte a uccidere se stesse in un  attentato. E come si puo' generare questo rigetto fra i palestinesi?  Primo, Israele deve poter sferrare un colpo militare che indichi  chiaramente che il terrorismo non paga. Secondo, gli Stati Uniti devono  mettere in chiaro che gli attentati suicidi non sono un problema solo  per gli israeliani. Per questo gli Stati Uniti dovrebbero dichiarare  che, pur rispettando la legittimita' del nazionalismo palestinese, non  vorranno aver nulla a che fare con la dirigenza palestinese finche' essa  tollerera' gli attentati suicidi. Inoltre dovrebbero mettere in chiaro  che non saranno ben visti in America i leader di paesi arabi nei quali i  mass-media inneggiano agli attentati suicidi come eroi martiri. Terzo,  Israele deve dire ai palestinesi che e' pronto a riprendere i negoziati  la' dove si sono interrotti con Clinton prima di questa intifada. Quei  negoziati avevano gia' percorso il 90% della strada verso la fine  dell'occupazione e la nascita di uno stato palestinese. Quarto, truppe  degli Stati Uniti o della Nato dovranno farsi garanti di qualunque  futuro confine israelo-palestinese.
    "La guerra civile spagnola - dice il politologo israeliano Yaron Ezrahi  - e' stata il luogo dove le maggiori potenze sperimentarono i nuovi  sistemi d'arma prima della seconda guerra mondiale. Ebbene, oggi il  conflitto israelo-palestinese e' la guerra civile spagnola del  ventunesimo secolo. Quella che si sta svolgendo e' una grande prova  generale per vedere se il terrorismo suicida puo' avere successo o meno.  Dunque deve essere sconfitto, ma cio' richiede di piu' di una semplice  strategia militare".
    I palestinesi sono cosi' accecati dalla loro rabbia narcisistica che  hanno perso di vista una verita' basilare: la civilta' si regge sulla  sacralita' della vita umana, a cominciare dalla propria. Se l'America  non usera' tutta la sua energia per bloccare questa follia, chiamandola  con il suo nome, allora essa si diffondera'.  Il demonio sta danzando in Medio Oriente, e sta danzando verso di noi. 

(The New York Times, 31.03.02) 



GLI ATTENTATI SUICIDI POTREBBERO NON FERMARSI AD ISRAELE



Peres: "Il metodo degli attentati suicidi potrebbe diffondersi in tutto il mondo"

    L'ondata di attentati suicidi che oggi colpisce Israele a ritmo  quotidiano potrebbe presto propagarsi in tutto il mondo se non verra'  bloccata qui e subito. Lo ha detto il ministro degli esteri israeliano  Shimon Peres, che ha aggiunto: "Quella di tornare ai sacrifici umani  immolati sull'altare delle ambizioni politiche e' un'idea barbara e  pericolosa. Ed e' pericolosa non solo per Israele, ma anche per tutto il  resto del mondo se diventera' una pratica comune. Chiunque potrebbe  farvi ricorso. Per fermarli, dobbiamo fare tutto cio' che e' possibile  moralmente, legalmente,

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politicamente e militarmente. E' un crimine che  potrebbe diffondersi in tutto il mondo".
    Peres ha accusato i regimi arabi per non aver mai condannato gli  attentati suicidi, neanche quando si sono scagliati contro ebrei in  preghiera come la sera della pasqua ebraica. "Non hanno mai detto una  parola", ha denunciato Peres.
    Ai palestinesi e' stato offerto praticamente tutto il territorio in  discussione, ha poi spiegato il ministro degli esteri israeliano, e uno  stato indipendente, ma essi hanno rifiutato entrambe le cose. "Nessuno  in Israele riesce a capire perche' i palestinesi stiano combattendo e  uccidendo, dal momento che praticamente tutto cio' che chiedevano era  stato offerto loro a Camp David [nel luglio 2000]. Quello che cercano di  ottenere con l'assassinio, potevano ottenerlo al tavolo negoziale".

(Jerusalem Post, 2.04.02)


I "RE MAGI" PACIFISTI CHE VENGONO DA LONTANO PER ONORARRE ARAFAT


Terroristi palestinesi ricercati si nascondevano negli uffici di Arafat. Hanno tentato di sottrarsi all'arresto con la complicita' di alcuni attivisti e giornalisti europei

    Un gruppo di circa 20 terroristi palestinesi, alcuni dei quali responsabili dell'assassinio del ministro israeliano Ze'evi e che dovevano essere ufficialmente nelle prigioni di Arafat, erano invece "ospiti" e protetti negli uffici del presidente palestinese. Domenica i terroristi ricercati hanno tentato di fuggire dagli uffici di Arafat a Ramallah mescolandosi a un gruppo di giornalisti e attivisti europei (tra i quali alcuni sedicenti "pacifisti" italiani e membri del movimento "No Global") che erano entrati domenica negli uffici di Arafat nonostante il divieto dei soldati israeliani.
    Un comunicato delle Forze di Difesa israeliane ha precisato che alcuni stranieri, inclusi alcuni giornalisti, sono stati arrestati perche' offrivano una copertura intenzionale a elementi criminali palestinesi.
    Gli attivisti, quasi tutti europei, avevano marciato e forzato linee militari israeliane per entrare negli uffici di Arafat, ignorando gli spari in aria di avvertimento dei soldati israeliani. Una delle attiviste, la francese Claude Liutique, ha detto che "se i soldati israeliani apriranno il fuoco, sappiano che puntano le armi anche contro cittadini europei".
    Il responsabile dell'ufficio-stampa delle Forze di Difesa israeliane ha dichiarato che Israele condanna la penetrazione violenta del gruppo di civili negli uffici di Ramallah e che i membri del gruppo hanno violato la "zona militare chiusa", mettendo in pericolo le proprie vite e quelle dei soldati israeliani.

(Maariv, 31.03.02)



LE PREOCCUPAZIONI DEI LEADER EUROPEI


SHARON: "I leader europei mi telefonano per sapere se Arafat e' rimasto in due oppure tre stanze, e non spendono una parola per gli israeliani che anche oggi sono rimasti senza genitori o senza figli".

(israele.net, 01.04.02)



LA VOCE DI CHI VIVE E SOFFRE IN ISRAELE


    La realta' di oggi e' piu' fantasiosa, piu' creativa, piu' drammatica e piu' terribile di qualunque film... peccato che Gal di 17 anni di Haifa, Boaz di 22 di Kiriat Shmone, Shiran di 18, Haim, Adi, Rachel, Miriam, Iona, di 6, 51, 24, 67 anni, insieme ad altri 400 vittime della seconda intifada non potranno mai conoscere la fine del film....non sapranno mai se  finisce bene o malissimo...non potranno rialzarsi alla fine delle riprese, pulirsi le macchie di sangue finto,  vedere l'orribile disintegrazione dei loro corpi maestralmente costruita attraverso  un computer come nei film dell'orrore.....perche' i loro corpi si sono disintegrati  veramente...la loro carne, il loro sangue, insieme a quello dei corpi di altri 400 innocenti, INNOCENTI, non esiste piu'...per poter dire loro un Kaddish si e' dovuto aspettare dei giorni per ricomporre le membra, per riconoscerne l'identita' attraverso l'anello su un dito, il particolare di un abito, una scarpa, un orologio. E forse stavano bevendo un caffe' dicendo che era ora che si aiutasse il popolo palestinese a costruirsi uno stato o stavano mangiando un pezzo di pizza parlando di una partita a pallone o stavano cantando in una sera di festa solenne "Chi ha fame venga e mangi alla nostra mensa, chi ha bisogno venga e faccia Pasqua" o stavano mangiando un piatto arabo in un ristorante arabo pensando: "Meno male che perlomeno qui, in Israele non c'e' odio tra noi e loro, qui siamo tutti fratelli!"......... I corpi disintegrati e irriconoscibili di questa gente simile in tutto e per tutto alla signora X che lavora all'anagrafe di Roma, o al signor Y che e' direttore di una Societa' per azioni a Bruxelles o al signor W che e' preside di un Liceo a Parigi....rimarranno per sempre sulla coscienza di tutti coloro che tacciono. Per sempre.
    Rimarranno per sempre nei sogni di coloro che disegnano vignette che paragonano Auschwitz a Ramallah, di coloro che si sentono tanto pacifisti e irrompendo nel covo di un assassino che e' stato isolato perche' non ha voluto dare ordine di smettere  le azioni di terrorismo e continua ad immolare vite innocenti di bambini e ragazzi arabi ed ebrei , dal suo stesso covo,  danno informazioni su come colpire altri ebrei rendendosi complici di un assassinio ancora piu' sanguinoso........
    Non conoscono  questi falsi pacifisti , lo ignorano i vignettisti, i giornalisti, i politici, a cui il denaro intriso di petrolio ha ottenebrato le facolta' di decisione e il cervello il valore del termine COSCIENZA. La loro coscienza e' momentaneamente assopita, e' in uno stato di ebbrezza antisemita, in un viscerale ed inspiegabile odio che e' tipico di gente debole che ha bisogno di un capro espiatorio per tutte le proprie frustrazioni, che non riesce a pensare con la propria mente, che fa differenza tra sangue e sangue, tra esseri umani e esseri umani, che non si rende conto che per accendere la luce della pace si devono spegnere i fuochi dell'odio.
    Le vignette di chiarissimo stampo nazista, gli articoli capziosi, le omissioni di prove, di immagini del nuovo e a quanto pare attesissimo genocidio del popolo ebraico che si sta perpetrando per mano dei terroristi e di chi li incoraggia e li protegge, rimarra' sulle coscienze di tutti coloro che danno manforte e legittimazione, e sara' tardi, tardissimo....e' forse questa l'"elezione" del popolo ebraico? Essere i primi a sopportare il MALE? Ad avvertire il mondo? Puo' darsi, ma conviene stare molto attenti. Israele oggi e' solo una diga. Una diga umana che sta' cercando di bloccare con le sue carni la follia...
    E' vero, siamo entrati con i carrarmati a Ramallah...e' vero, ci stiamo difendendo... e chi c'e' su quei carrarmati? C'e' Yaakov, il professore di ginnastica dei miei figli che parla sempre con un tono pacato che quasi e' difficile sentirlo e c'e' Uri, il professore di Arte, che in questo momento starebbe molto piu' volentieri alla Galleria degli Uffizi... e ci sono Noam, Moran e Idan, di 19 e 20 anni che sono stati miei alunni e sono campioni di baskett o di triatlon... proprio come molti figli fortunati di  genitori tranquilli che vivono a Madrid, a Copenhagen o a Torino e non hanno problemi di sopravvivenza...
    Che si aiutino a spegnere i fuochi.
    Che si fortifichi la diga invece di abbatterla
    E' gia tardi!
    E' veramente tardi!

Angelica Calo' Livne'
Kibbutz Sassa - Galilea

(Federazione Associazioni Italia Israele, 2 aprile 2002)



LIBRI


G. CODOVINI, "Storia del conflitto arabo israeliano palestinese",
              Mondadori, 2002, pp. 380, ¤ 19,90.


INDIRIZZI INTERNET


La Pasqua ebraica