Notizie su Israele 36 - 22 agosto 2001


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Ascoltate dunque la parola del SIGNORE, o schernitori, che dominate questo popolo di Gerusalemme! Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti; quando l'inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l'inganno». Perciò così parla il Signore, DIO: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire. Io metterò il diritto per livella, e la giustizia per piombino; la grandine spazzerà via il rifugio di menzogna, e le acque inonderanno il vostro riparo.

(Isaia 28.14-17)



L'opinione pubblica si sta assuefacendo. Gli attentati suicidi che volutamente fanno strage di civili innocenti in nome di un'ideologia mostruosa sono considerati soltanto come spiacevoli, esagerate reazioni di una popolazione oppressa, e la pubblica indignazione è tutta riservata alle reazioni degli Israeliani. Sta crescendo un clima di odio che prepara fatti di odio. E ancora una volta si tratta di odio contro Dio che si esprime scagliandosi contro chi da Dio è stato scelto. A cominciare da Caino, gli esempi biblici non mancano.

M.C.


UNA MACCHIA PER L'ISLAM


    Gli attacchi suicidi sono una macchia che per generazioni infanghera' il nome dell'Islam, dei suoi esponenti e dei numerosi leader religiosi musulmani che, pur aborrendo questi attentati, sono rimasti in silenzio quando venivano perpetrati.
    Le "uccisioni mirate" israeliane possono suscitare molte perplessita', ma non e' possibile mettere sullo stesso piano politico e morale chi compie stragi di civili nel centro delle citta' e chi cerca di colpire coloro che quelle stragi preparano e realizzano.
    Se anche gli attentati suicidi in mezzo a folle di innocenti fossero l'ultima arma a disposizione dei palestinesi per porre fine all'occupazione (ma non avevano piu' bisogno di armi per porre fine all'occupazione, e gli attacchi suicidi non sono affatto la loro ultima arma, e comunque sono un'arma inefficace e controproducente), ma se anche fosse la loro ultima arma, non dovrebbero comunque usarla perche' li pone al di fuori della civilta'.

(Ma'ariv, 12.08.01)



LA CULTURA DELL'ODIO VERSO ISRAELE


     "Mentre aumentano terrorismo e violenze palestinesi contro Israele, con crescente sgomento ci si domanda come sia possibile che cosi' tanti giovani siano pronti a cingersi di esplosivo per assassinare decine di innocenti israeliani. Gli apologeti ad oltranza dei palestinesi amano ripetere che questi atti orrendi sono una disperata espressione di frustrazione di fronte alla politica di Israele. Un argomento che non appare ne' convincente ne' moralmente accettabile. Da un lato, infatti, tende a giustificare delle atrocita' che sono in assoluto inaccettabili. Dall'altro, trascura il fatto che il mondo e' pieno di persone che vivono in condizioni molto piu' disperate di quelle dei palestinesi e che tuttavia non mandano i propri figli a farsi saltare per aria in quel modo.
     E' probabile, invece, che un ruolo centrale nello sviluppo di una carica cosi' violenta sia giocato da un fattore piu' profondo e preoccupante: la cultura dell'odio verso Israele che e' stata ostinatamente coltivata nella societa' palestinese e che viene tuttora alimentata anche dalle istituzioni della stessa Autorita' Palestinese. Arafat e i suoi, infatti, non si sono mai limitati a usare fucili, bombe e proiettili di mortaio contro bersagli israeliani. Hanno anche condotto una incessante guerra delle parole contro lo stato ebraico, facendo regolare ricorso alla piu' volgare propaganda anti-israeliana e antisemita. Per anni i mass-media palestinesi, sotto il controllo dell'Autorita' Palestinese, sono stati una fonte costante di istigazione all'odio antiebraico, seminando a piene mani negazione dell'Olocausto, calunnie razziste e pregiudizi antigiudaici, cosi' come facevano i libri di testo su cui sono cresciute intere generazioni di palestinesi. Anche dopo essersi impegnato a voltare pagina con la stretta di mano sul patto della Casa Bianca del 13 settembre 1993, Arafat a continuato a usare i suoi mass-media per inondare la propria gente di falsita' e messaggi di odio, demonizzando sistematicamente Israele e gli ebrei. Questo sentimento di odio esistenziale, accuratamente coltivato e realizzato nel corso degli ultimi dieci anni, ha condizionato in modo profondo il modo di vedere Israele da parte palestinese, creando nella societa' palestinese un'atmosfera incline a giustificare qualunque atrocita' venga commessa contro gli israeliani.
     Il 3 agosto scorso, pochi giorni prima che un terrorista palestinese si facesse esplodere in una pizzeria di Gerusalemme facendo a pezzi decine di israeliani inermi, la televisione dell'Autorita' Palestinese aveva mandato in onda un sermone del venerdi' declamato in una moschea di Gaza da Ibrahim Madhi, che fra l'altro diceva: "Questa a' jihad [guerra santa]: o vittoria o martirio. I piu' grandi nemici della nazione islamica sono gli ebrei, che Dio possa batterli. Tutte le spade devono essere puntate sugli ebrei, i nemici di Dio, la nazione maledetta nel Libro di Dio. Dio li ha definiti scimmie e maiali, adoratori di idoli e vitelli. Gli ebrei hanno mostrato le loro zanne. Nulla li fermera' se non il colore del sangue della loro sporca gente. Nulla li fermera' se non il nostro farci esplodere volontariamente in mezzo a loro. Dio portera' gli ebrei sotto il dominio dei musulmani, li faremo saltare in aria a Hadera, li faremo saltare in aria a Tel Aviv e a Netanya, nella giustizia di Dio contro questa gentaglia. Entreremo da conquistatori a Gerusalemme, da conquistatori a Giaffa, da conquistatori a Haifa e da conquistatori ad Ashkelon. Sia benedetto chi attacca un soldato. Sia benedetto chi educa i suoi figli alla jihad e al martirio. Sia benedetto chi serba una pallottola per conficcarla in testa a un ebreo".
     Se questo e' il veleno che viene seminato dai loro dirigenti religiosi e politici, come stupirsi poi se un recente sondaggio indica che tre palestinesi su quattro approvano gli attentati contro Israele?
     Nei dieci anni scorsi spesso l'istigazione all'odio palestinese e' stata minimizzata. Cio' che conta, si sosteneva, e' cio' che i palestinesi fanno, non cio' che dicono. Oggi, col senno di poi, appare chiaro quanto quel discorso fosse miope. Le parole hanno una loro forza e oggi abbiamo davanti agli occhi i frutti dell'effetto cumulativo di anni e anni di odio anti-israeliano. Ora, quand'anche per miracolo le violenze cessassero all'improvviso, e' essenziale insistere perche' si ponga fine immediatamente e senza condizioni a questa campagna di odio. Finche' l'Autorita' Palestinese continuera' a fomentare e promuovere odio e violenze, il numero dei giovani palestinesi pronti a farsi esplodere continuera' a crescere."

(Jerusalem Post, 19.08.01)



EBREI CON IL MARCHIO GIALLO


Chi siamo noi, Ebrei? Siamo il popolo che Dio ha scelto per diffondere comportamenti etici in tutto il mondo e vivere come "luce morale delle nazioni"? O le nostre carcasse diventeranno un giorno la "luce" che si consuma a fuoco lento per la terrorista nazione araba Palestina? Combatteremo fieramente contro i nostri nemici di sempre o cercheremo di scappare davanti a loro, non meritando quindi di avere un futuro e meritando che dal libro delle nazioni sia strappata la pagina che porta il nome "Ebrei"?
Si direbbe che non dovremo aspettare molto per avere una risposta a tutte queste domande. La risposta arriverà molto presto, forse tra un paio d'anni. O lo Stato ebraico si sveglierà dal terribile incubo e dall'autoillusione chiamata "processo di pace", o finirà nel secchio dell'immondizia della storia. Nessun'altra scelta è possibile. Svegliati, Ebreo! Perfino una pecora cerca di scappare quando un lupo uccide uno o due animali del gregge.
    E' già successo una volta nella nostra storia ... nel secolo scorso. Abbiamo rinunciato a combattere e abbiamo accettato il disastro che si profilava all'orizzonte. Sei milioni di Ebrei europei sono stati gassati, sparati, affamati, impiccati, macellati, scorticati, mandati a morte con tutti i mezzi conosciuti dall'umanità. Cercarono di scappare? di correre via? Alcuni lo fecero, la maggior parte no. Aspettammo che avvenisse un miracolo. Abbiamo voluto rimanere all'oscuro di quello che già stava avvenendo. Abbiamo accettato tranquillamente il nostro destino e quietamente siamo andati nell'oblìo.
    Ci furono poche reazioni violente tra i condannati. Uomini, donne, ricchi, poveri, istruiti, ignoranti, religiosi, secolari ... gli Ebrei con il marchio giallo camminavano tranquillamente per le strade, tenevano alta la testa, si sorridevano l'un l'altro, sognavano di poter salvare i loro figli e pacificamente cercavano di risvegliare la coscienza umana dei bastardi nazisti che li colpivano alle costole col calcio del fucile e dei cittadini tedeschi che venivano a guardare! Il nostro istinto di autoconservazione era diventato inesistente. Pronunciammo noi stessi le nostre sentenze di morte.
    I nostri nemici ci uccidevano con coltelli, asce, pugni, tubi di ferro, pallottole, bombe e gas. E lo stesso fanno oggi gli Arabi che ci uccidono. Fin dall'inizio del "processo di pace" centinaia di nostri fratelli e sorelle sono stati uccisi, migliaia sono stati feriti ... e adesso noi ci lecchiamo le ferite e strisciando sulle ginocchia cerchiamo un posto sicuro, sperando che quando avremo dato ai nostri nemici tutto quello che chiedono, loro ci daranno la pace. Speravamo di avere pace e guarigione, ma non è stato possibile ... è arrivato invece il terrore arabo. I nostri nemici sono venuti per distruggere il nostro paese e il nostro popolo.
    Ebreo con il marchio giallo, svegliati!

    Si consiglia di vedere la pagina originale:
    http://www.masada2000.org/yellowbadge.html



L'AUTONOMIA PALESTINESE CONTINUA LA CAMPAGNA CONTRO I "COLLABORATORI"


     Un altro Arabo accusato di "collaborare con Israele" è stato condannato a morte da una corte di sicurezza palestinese. E' il sesto verdetto di questo tipo in due settimane, e nello stesso periodo almeno altre cinque persone  sono state uccise direttamente da vigilanti palestinesi.
     Dopo un breve "processo spettacolo", la corte ha condannato a morte Haled el-Aka per avere (presumibilmente) fornito informazioni all'intelligence israeliano che hanno condotto all'eliminazione del terrorista di Hamas, Massoud Lyad, alcuni mesi fa. Nei giorni scorsi altre 300 persone sospettate sono state arrestate. Secondo informazioni dell'International Christian Embassy, molti hanno subito abusi e torture.
     L'associazione "Human Rights Watch" [che certamente non è amica di Israele] ha scritto una lettera urgente al capo dell'OLP Yasser Arafat "deplorando l'applicazione di sentenze di morte contro presunti collaboratori ottenute con iniqui processi svolti da corti di sicurezza." L'associazione invita Arafat a commutare le sentenze di quelli che sono nel braccio della morte e a trattenere i vigilanti dall'uccidere altre persone sospette.   Arafat, comunque, ha l'abitudine di fare brutali campagne contro le "spie" arabe di Israele per riguadagnare il sostegno pubblico dei militanti islamici.

(ICEJ News, 13.08.01)



INDIRIZZI INTERNET


The Arab "Palestinian" Refugees
http://www.masada2000.org/pal-refugees.html